martedì, 24 giugno 2008

guardo lontano

In questo componimento, l'autore esprime il disagio dell'uomo moderno di fronte al tutto, in un percorso interiore di presa di coscienza di ciò che è e di ciò che non è, risolvendo il suo dubbio esistenziale in una complessa e dolorosa consapevolezza del Vero.


guardo lontano
e vedo
orizzonti sfumati balenare nel limbo di ciò che era
visioni
attimi
nascosti morbidi in un infinito che si intravede appena

guardo
lontano
e nulla è più come prima;
niente è vero
niente è certezza
in un violento caleidoscopio di ombre
che di lontano si azzuffano nella penombra del mio io

guardo,
lontano,
e vedo contorni che non avran fine,
sbavature di un'immagine che non si può narrare
perché è nuda,
scarna,
alla inquieta e vana speranza del mio occhio mortale

guardo,
lontano,
ma porca puttana,
questi sono gli occhiali di mia nonna

giovedì, 12 giugno 2008

scoop

Hanno la faccia come il culo


Qui il resto.