In questo componimento, l'autore esprime il disagio dell'uomo moderno di fronte al tutto, in un percorso interiore di presa di coscienza di ciò che è e di ciò che non è, risolvendo il suo dubbio esistenziale in una complessa e dolorosa consapevolezza del Vero.
guardo lontano
e vedo
orizzonti sfumati balenare nel limbo di ciò che era
visioni
attimi
nascosti morbidi in un infinito che si intravede appena
guardo
lontano
e nulla è più come prima;
niente è vero
niente è certezza
in un violento caleidoscopio di ombre
che di lontano si azzuffano nella penombra del mio io
guardo,
lontano,
e vedo contorni che non avran fine,
sbavature di un'immagine che non si può narrare
perché è nuda,
scarna,
alla inquieta e vana speranza del mio occhio mortale
guardo,
lontano,
ma porca puttana,
questi sono gli occhiali di mia nonna