mercoledì, 20 settembre 2006

Gran Pilastro / Hochfeiler



Salita: 3 ore almeno
Discesa: 2.30 - 3 ore
Dislivello: 992 m


Si prende il sentiero 1 dal terzo tornante della strada per il Pfitscher Joch / Passo di Vizze (da Vipiteno/Sterzing; parcheggio segnalato). Dopo dieci minuti, passato il bivio per il bivacco Messner (Hochferner), si prosegue sempre seguendo il segnavia 1, tenendosi a sinistra una volta nei pressi di un gruppo di casupole. Il sentiero si inerpica lungo il bosco, per circa 1.30 ore; molta attenzione ai piccoli salti di roccia da 1-1.5 metri, nell'ultima parte del percorso, con fango o pioggia. Inizia poi la lunga salita, con pendenza accettabile, lungo il costone della montagna. Si supera un tratto esposto (la prima trentina di metri è attrezzata) fino a una serie di tornanti ripidi. Il rifugio è in vista: il sentiero si fa più semplice e meno esposto, e in circa un'ora si raggiunge l'Hochfeilerhuette (almeno 3 ore dalla partenza). Il rifugio (dell'AVS: tel. 0472 64 60 71; aperto d'estate; locale invernale con 6 posti) è del 1986. I locali sono accoglienti, la gestione è buona.

Difficoltà
: trascurabili per escursionisti allenati, assolutamente privi di vertigini. E' necessario passo fermo nei tratti a strapiombo sulla valle, molta attenzione in caso di fango. Conviene informarsi sull'agibilità del sentiero (neve, ghiaccio).

Dal rifugio: l'Hochfeilerhuette è meta di partenza per la salita all'Hochfeiler (3510m), massima cima delle Alpi Aurine, nonché per la traversata della vedretta e di una forcella verso il rifugio Ponte di Ghiaccio (Edelrautehuette). Trattandosi di percorsi molto più impegnativi, è richiesta attrezzatura e pratica di montagna, roccia e ghiaccio. L'escursionista medio può accontentarsi della splendida posizione tra i ghiacci e i "tremila" e della collocazione tipicamente di alta montagna, che ripagano enormemente la fatica.

1 commento:

francesco ha detto...

ciao,
son stato sabato notte sull'hochfeiler, fatto in un'unica tirata dal parcheggio x questioni di tempo, cronologico e climatologico. passando dal rifugio addormentato ma ben illuminato nella notte, peraltro già chiara di luna piena, siam giunti in vetta poco prima dell'alba. il "nuovo" sole ha svelato la catena di picchi e creste, i ghiacciai poco sotto di noi, la lingua di nuvole che riempiva la valle a est-nord-est.
un panorama da alta montagna guadagnato...facilmente. si, perchè la seconda parte della salita, quella dal rifugio alla vetta, in assenza di neve o giaccio e con bel tempo e poco vento non presenta nessuna difficoltà che richieda particolari tecniche di scalata o progressione, ma esclusivamente piedi e mani ben saldi, nessun problema coi tratti molto esposti, sapienza ed esperienza dell'andare in montagna da escursionisti esperti.
credetemi, informatevi e provate.
un saluto
francesco