venerdì, 22 settembre 2006

in alto


Da qui, messere, si domina la valle.
Ciò che si vede, è.


L'obiettivo non è la cima. Sarebbe la cima se non fossi in montagna. Non è la quota, il dislivello, il record.

Sali finché puoi. Lontano da tutto il resto. Il tempo se ne sta seduto da qualche parte, mentre cammini, cammini come non hai mai camminato, come non cammineresti mai per tutto l'oro del mondo.
Ma lo fai lo stesso. Senza ripensarci troppo.

Non è una sfida. La montagna non va sfidata, vince sempre. Se volessi sfidarla, attrezzeresti la roccia, un pilone della seggiovia quà e là, giù qualche albero a far posto allo sciatore. Non costruiresti il rifugio. Non ci andresti neanche a piedi, se fosse per dimostrarle che non ti fa paura.

Magari è una sfida con se stessi. O con tutti gli altri, che è identico. Una botta di egolatria, volendo. Qualcosa di cammuffato dietro taanto amore per la natura, qualcosa che chiamano squallidamente ritorno alle origini, un eremitismo temporaneo, un eroismo di plastica. Oppure semplicemente è un modo come un altro di ingannare il tempo.


Di certo, uno dei migliori.

1 commento:

David ha detto...

Bravo! Questo è camminare, questo è la strada (anche nel senso scoutistico): una sfida con se stessi per conoscersi meglio, un contatto diretto dai piedi con la natura. E poi, dove arrivi arrivi, basta che ti ci sei impegnato e anche se non è la cima non fa niente.